venerdì 12 giugno 2015

Recensione - The Taking Of Deborah Logan

Prima di cominciare con il post vero e proprio, voglio scusarmi per i miei quattro giorni di assenza. A causa di un saggio di musica, sono dovuta andare a provare con una piccola orchestrina a 50 Km da dove abito, e in generale esercitarmi mi ha preso molto tempo.


Questo post è il primo di una collaborazione con il blog Laumes' Journey, di mia sorella Sophie. In pratica, dopo una bella serata trascorsa insieme a guardare lo stesso film, entrambe faremo una recensione, in cui si metteranno a confronto i nostri diversi punti di vista (o uguali, a seconda)! ^^


Ora, tornando alla recensione, la settimana scorsa ho avuto modo, fra una prova e l'altra, di vedere questo film horror, The Taking of Deborah Logan.


Trama:
"Deborah Logan è malata di Alzheimer ed è al centro di alcune riprese per un documentario che testimoni le sue sofferenze e gli sforzi della figlia nell'accudirla. Ciò che inizia come un semplice resoconto medico ben presto scivola nel ritratto esasperante della più spaventosa delle forme di demenza, minacciando la sanità mentale di tutti quanti…"


Adam Robitel fa il suo debutto come regista del film, ma ha anche scritto la sceneggiatura con l'aiuto di Gavin Heffernan.
Come si intuisce quindi già dalla trama, è l'ennesimo falso-documentario, sì. Conosceremo quindi Deborah Logan, l'anziana signora dalle espressioni inquietanti che vedete sulla locandina, sua figlia Sarah e la troupe che dirige il documentario, capeggiato dalla giovane Mia. Data la situazione generale, almeno, il film non inizia con un party di ragazzini che si drogano, sbevazzano e dicono o fanno oscenità. Ditemi quello che vi pare, ma per me questo è già un grosso punto a favore.
Il personaggio meglio trattato è quello di Deborah stessa, la vedremo prima come una semplice e innocua
vecchietta (ma comunque inquietante), e poi come una pazza scatenata. I due componenti maschili della troupe, oltre ad avere delle reazioni a dir poco ridicole (come quello che si arrampica sui mobili della cucina perché ha paura della vecchietta che gli grida addosso, molto prima che questa impazzisca del tutto), si vedono anche poco. Sinceramente, data la loro utilità, capisco pure il perché. Si intuisce che ci sono giusto per reggere la telecamera. Le altre due, Sarah e Mia, dal canto loro, stanno lì tanto perché c'è bisogno di qualcuno che, invece di andarsene, se ne sta lì a vivere quell'inferno. Nel caso di Sarah, che è la figlia sciagurata, posso anche capire, ma francamente al posto di Mia avrei scelto qualche altra vecchietta per il mio documentario. Anzi, avrei mandato a cagare tutta l'idea del documentario e mi sarei data all'ippica.

L'atmosfera è parecchio inquietante, con Deborah che ogni tanto fa capolino nella telecamera e guarda nella sua direzione come solo una vecchietta pazza e posseduta potrebbe fare.
Per tutta la durata della prima parte, sembrerà comunque di avere solo a che fare con una malata piuttosto difficile da trattare. O almeno, così dicono i personaggi del film, io me la sarei data a gambe da subito fossi stata in loro. Vedremo quel po' di background su Deborah e Sarah, una faceva la centralinista, l'altra è finita in collegio perché a dieci anni si baciava con una compagna di classe (a dieci anni già faceva 'ste cose?! Sarei rimasta scioccata anch'io, sinceramente...) Nella seconda, invece, si entrerà nel soprannaturale più puro, ci saranno riti magici e possessioni e chi più ne ha più ne metta. E, in questa parte, la telecamera comincerà pure a farmi girare gli occhi, come succede sempre, anche se ammetto che, rispetto a molti altri, non è stato niente di troppo tragico. Solo nella parte finale ha esagerato un pochino, e mentre si aggiravano per le grotte io non vedevo assolutamente un tubo.
Purtroppo, nella scena che, a mio avviso, è stata la più disgustosa di tutte, la telecamera non ha tremolato per niente. Sì, la vecchia che si infila in bocca tutta la testa di una ragazzina è stata un'immagine che mi ha tormentata, e dire che di solito non mi scandalizzo facilmente... Su internet 'sta scena spunta pure peggio dei funghi! Avrà fatto questo effetto solo a me, si vede.

Non presenta molti "jumpscares", come vengono chiamati, e non credo sia un film spaventoso, più che altro cerca di inquietare chi guarda.
Non è un capolavoro e non ci va neanche vicino, però è stato abbastanza gradevole (sì, lo so che sembro pazza a dire una cosa del genere, dopo essermi lamentata per quanto mi ha disgustata), soprattutto in confronto a certi altri "abomini".

Voto: 6.8/10


Se volete leggere anche la recensione di Sophie, eccola QUI!

4 commenti:

  1. Quella scena lì (hai capito benissimo quale) te la ricorderai a vita, mi sa! Ahaha! :D
    Comunque sono contenta di averlo guardato a scatola quasi chiusa... avessi saputo che era un altro falso-documentario, probabilmente l'avrei ignorato, e sarebbe stato un peccato! :)

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    1. Già, mi sa pure a me! ç__ç
      Sì, be', probabilmente anch'io se lo avessi saputo da subito ci avrei pensato due volte prima di guardarlo... quindi è stato bene non informarsi. Anche se io in generale non mi informo mai tanto, prima di guardare un film, come saprai già :P

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  2. infatti è gradevole partendo da presupposti non propriamente a suo favore...

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    1. Già, è proprio vero, ha saputo farsi valere questo film ;)

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