martedì 18 agosto 2015

Recensione - Silent Hill Downpour

Innanzitutto, voglio chiedere scusa per questo mio periodo di assenza... l'estate purtroppo mi toglie un po' le energie per fare qualsiasi cosa. Ma ora veniamo a noi...


La lunga saga di Silent Hill mi accompagna un po' da quando avevo forse quattordici anni, più o meno.
Con Downpour li ho giocati quasi tutti, purtroppo mi manca solo il primo, dato che ai tempi della prima Playstation ero un po' troppo piccola e avevo paura anche di alcune puntate di "Streghe"... sì, esatto, lo so che può sembrare assurdo, ma è così.




I protagonisti di Silent Hill sono sempre dei personaggi un po' complicati, con un passato oscuro che si scopre man mano che ci si addentra nella nebbia che caratterizza la cittadina. Downpour non fa eccezione, e ci presenta fin da subito il carcerato Murphy, finito in galera per qualche ragione che si può facilmente intuire, ma di cui comunque si diverrà sicuri solo avvicinandosi alla fine.
Dopo la scena di apertura in cui vedremo la vena pericolosa di Murphy, che fungerà anche da piccolo tutorial, si verrà a sapere che alcuni dei detenuti dovranno essere trasferiti. Fra questi, ovviamente, c'è anche il nostro caro protagonista.
Direi che è abbastanza facile intuire la fine a cui vanno incontro tutti i prigionieri dentro l'autobus: nei pressi di Silent Hill, muoiono tutti in un incidente. Gli unici sopravvissuti sembrano essere Murphy stesso, che sfrutta la situazione per fuggire, e una poliziotta che gli darà la caccia per tutto il tempo.
Sebbene la storia non sia stata niente di eclatante, è stata interessante da seguire. Non si avvicina minimamente al secondo o al terzo capitolo (i miei preferiti, fino a qui), e ho sentito parecchio la mancanza di Pyramid Head (rimpiazzato dall'Uomo Nero, che però non è figo nemmeno la metà), ma diciamo che non mi ha nemmeno delusa.
Le atmosfere sono ben riuscite, e rispecchiano la caratteristiche classiche della saga: lunghe strade che piovere, o addirittura a tuonare, e in quei momenti è consigliato rifugiarsi in qualche casa disabitata e aspettare che smetta, se non ci si vuole ritrovare accerchiati da mille mila mostri diversi.
Ho apprezzato molto i vari riferimenti ai precedenti
capitoli, come ad esempio ritrovarmi nell'appartamento
del protagonista del quarto.
terminano in un precipizio, nebbia che impedisce di vedere più in là del proprio naso e mostri che si aggirano ovunque. Ci sono tuttavia delle novità, rispetto ai precedenti capitoli. Può capitare che da un momento all'altro inizi a
La città è interamente esplorabile, e in ogni dove ci si può imbattere in qualche missione secondaria. Entrando nella metropolitana, ad esempio, c'è un uomo dall'aria poco raccomandabile che ci chiederà di trovargli degli oggetti. Se lo faremo, potremo usufruire della metropolitana e spostarci da un lato all'altro della città in pochi secondi. Davvero un ottimo vantaggio.
A parte questa, però, non ci sono missioni davvero interessanti, purtroppo si tratta di ritrovare oggetti, come dei quadri, oppure liberare tutti gli uccellini dalle gabbie... Peccato, perché poteva essere un'innovazione interessante.
Comunque aiutano ad aumentare la longevità totale, assieme ai diversi finali alternativi, che nella maggior parte dei casi costringono a ricominciare il gioco da capo.

Questi sono fra i nemici più rompiscatole, ma
in ogni caso con due colpi di carabina vanno giù come
birilli.
A farmi storcere di più il naso sono stati però i vari combattimenti. Non tanto per il fatto che fossero molti, troppi, forse, per il suo genere. Il problema vero è il modo in cui sono realizzati. I mostri non fanno altro che ripetere le stesse due mosse, per poi fermarsi e permettere di attaccare. In pochi risultano una vera minaccia, e comunque dopo poco questo sistema viene a noia.
Per sconfiggere questi mostri un po' stupidi, poi, si troveranno diverse armi in giro per la città, cose come asce, bastoni, mattoni, pietre, coltelli e arpioni. Ognuno di questi si distruggerà dopo un certo numero di utilizzi. Le armi da fuoco sono le uniche a restare, sebbene le munizioni siano piuttosto rare (io ho cominciato a sparare praticamente solo alla fine del gioco, prima era del tutto inutile). Il sistema di puntamento comunque è realizzato davvero male, perciò in un certo senso meno volte si utilizza e meglio è.


In definitiva... un gioco carino, ma tecnicamente mal realizzato, soprattutto nei combattimenti. Un vero peccato, perché con un pizzico di cura in più avrebbe potuto essere molto più soddisfacente.

Voto: 6.7/10

2 commenti:

  1. Uh, a dire che a me la trama ispirava più di tutto!! :p
    Però l'idea di un "Silent Hill" senza Pyramid fa un pò strano, anche se questo Uomo Nero deve essere un villain spaventoso!
    Mi spiace il fatto che so già che non sarei in grado di riconoscere i vari riferimenti, però: con la mia pessima memoria, sai quanti me ne lascerei scappare! XD

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    Risposte
    1. Sì, anche a me la trama era ciò che ispirava di più. Ma comunque era molto carina, seppur a tratti l'ho trovato troppo prevedibile. Il problema era un po' tutto il resto xD
      Mah... l'Uomo Nero ha il problema che non è molto originale, di mostri simili se ne sono visti già parecchi: è il classico colosso con la faccia coperta e il martellone e che si muove lento come una lumaca xD
      Tanti riferimenti me li sarò fatti scappare pure io, purtroppo... quanti anni fa li abbiamo giocati, gli altri Silent Hill, dopotutto?

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