lunedì 13 luglio 2015

Recensione - Defense Devil

Dopo un'intera settimana di pausa, in cui avevo completamente perso la voglia di scrivere, lo ammetto, sono tornata.
E torno alla carica con la recensione di un manga, creato dal duo Youn In-wan e Yang Kyung-il, composto da 10 volumi e pubblicato, qui in Italia, dalla J-pop. Uscì qualche tempo fa, ma è stato recentemente riportato sugli scaffali nell'edizione da edicola.

Trama:
"Kucabara, o meglio Mephisto Barto Dertov Reffertlark Kucabara, è figlio del re dei demoni ed è destinato a sua volta a diventare re. A causa di un complotto ordito da suo fratello minore, Legato, viene esiliato dal mondo dei demoni e privato dei suoi poteri, mentre Legato riesce a ottenere i poteri del fratello maggiore e a diventare a sua volta re dei demoni. Per riconquistare lo status perduto, Kucabara deve raccogliere quanta più daakumataa (una sorta di materia nera) possibile. Per farlo diventerà un "Defense Devil", l'avvocato del mondo dei diavoli, con il compito di difendere le anime dei peccatori dallo Shinigami (il dio della morte). Così quando Kucabara riesce a provare l'innocenza di un peccatore guadagna nuova materia nera, anche se il suo senso di giustizia lo porterà il più delle volte a utilizzarla per tentare di salvare i condannati, piuttosto che per riguadagnare i poteri perduti."

I primi numeri di Defense Devil ci mostrano il lavoro di Kucabara e come dovrà faticare per trovare le varie prove d'innocenza di soggetti che, alle volte, sembrano tutt'altro che innocenti. Questi primi volumi servono per farci conoscere i personaggi di Kucabara e di Bichura, un piccolo mostriciattolo (che, secondo mia sorella, assomiglia molto a Pucca), che segue il suo "padrone" ovunque vada, sebbene spesso non sia affatto d'accordo con le sue decisioni.
Fra le varie avventure, spesso ci sono dei momenti divertenti in cui questi due battibeccano, oppure il demone avvocato dice delle immense scemenze senza sapere neanche il perché. Il tutto dà un'aria di allegria e spensieratezza, nonostante la situazione sia tutt'altro che rosea.
Questo succede nei primi volumi.
Da un certo punto in avanti, invece, precisamente da quando la tsunderina Idamaria entra a far parte del gruppo, la situazione cambia. Ci sono sempre battutine stupide e dialoghi spassosi, di tanto in tanto, tuttavia la storia diventa tutt'altra cosa. La professione di Kucabara non c'entrerà più una mazza con tutto il resto, a parte forse nel penultimo (o terzultimo, non ricordo con esattezza) volume, dove sembra ricordarsi per qualche pagina di essere un avvocato e proverà a risolvere un caso neanche tanto interessante. Inizierà infatti piuttosto un viaggio negli Inferi, in cui i protagonisti dovranno attraversare diverse Bolge Infernali, combattere contro demoni sempre più potenti e andare avanti fino a raggiungere il cattivo di turno. Mi sarebbe piaciuto, insomma, se avessero messo qualche riferimento in più al suo lavoro, ma mi è andata bene anche così, alla fin fine.
Ogni tanto, ci sono dei piccoli intervalli in cui si mostrerà l'improbabile storia d'amicizia fra Sugal, un demone spietato e freddo, e la piccola Jupiter, una bambina incapace di parlare che ha perso i suoi genitori in un incidente. Sarà che in un certo senso mi ha ricordato la storia di Teresa e Claire, da Claymore, solo non altrettanto ben realizzata, ad avermela fatta apprezzare, comunque ho provato un certo affetto nei confronti di questo Sugal e della piccolina.
I pezzi più noiosi sono stati forse i vari flashback, a volte troppo lunghi, dato che gli autori hanno allungato il brodo un pochino troppo, a mio parere, e che comunque erano messi completamente a casaccio.
Un grande punto di forza del manga credono siano invece i disegni, davvero ben realizzati e molto carini. Non mancano però numerosi momenti di fanservice gratuiti. Francamente, in alcuni casi credo che gli autori non abbiano saputo ben dosarsi, ma non so se magari sono io a essere un po' troppo intransigente sotto questo punto di vista.
Ad ogni modo, Defense Devil, almeno da un certo punto in avanti, non spicca per originalità e ha i suoi vari difettucci, ma ciononostante è stata una lettura molto piacevole.

2 commenti:

  1. Bichura, molto semplicemente, è Pukka; inutile che ti affanni a negare! ;D
    I flash-back, quando non sono fatti alla perfezione, possono rallentare il ritmo e spezzare la concentrazione.. a parte rari casi, non ne sono una grande fan! ;D
    Ben tornata, Arya! <3

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    Risposte
    1. Ahaha, sì, be', per colpa tua adesso lo chiamo Pucca xD
      Infatti non piacciono molto neanche a me, in generale, ma in questo manga davvero avrebbero potuto pensarci meglio. In molti casi, erano anche un po' inutili...
      Grazie! <3

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